Laurel Burch

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Le immagini create da Laurel Burch, dai colori vibranti di persone, gatti, cavalli, farfalle, uccelli, fiori e pesci, sono estrose e senza tempo. Sono manufatti eseguiti in modo meraviglioso ispirati da un mondo mitologico frutto della sua immaginazione.

Laurel Burch impara a dipingere come autodidatta. Si considerava un’artista folk che raccontava delle storie. “In un mondo che si muove velocemente”, diceva, “abbiamo bisogno di simboli evocativi della sfera spirituale e della sua evoluzione”. In un certo senso, nelle sue opere, era impegnata a far confluire culture diverse e ad enfatizzare il rapporto tra la terra e gli esseri viventi che la abitano. Una sensibilità che è sempre più attuale ai giorni nostri. Laurel è sempre stata estremamente prolifica e la sua arte trasmetterà per sempre un senso di gioia, passione e leggerezza. C’è una forza interiore nelle sue immagini, con i loro tratti decisi e curve sinuose e qualcosa di irresistibile nell’esplosione dei suoi colori.

Le sue opere, dai colori brillanti e dai temi toccanti realizzati semplicemente con colori su carta, sono impreziositi con oro ed argento.

L’universo della sua immaginazione è stato molto fertile, fervido, energizzante ed egalitario, un luogo dove ogni fiore ed ogni libellula si trasformano in qualcosa di magico e bellissimo.

 

La sua vita:

Il numero di storie commoventi che vedono donare, ricevere e condividere l’arte di Laurel Burch sono il riflesso non solo della donna in sé ma di tutti quei collezionisti che sono stati contagiati dal suo spirito oltre che dalla sua arte.

Laurel Burch ebbe una vita tribolata: all’età di 14 anni, si lascia alle spalle la casa natale nel sud della California e la situazione turbolenta che la contraddistingueva e con null’altro che una borsa di carta con pochi vestiti ed una condizione clinica con la quale era nata, l’osteoporosi. Fece diversi lavori per mantenersi, all’età di 19 anni si spostò nel nord della California con capelli lunghi alla vita, gonna alle caviglie ed una bimba piccola sulle spalle. Senza soldi, lavoro o sogni nel cassetto, raggiunse il Golden Gate di San Francisco.

Era il 1965 ed il quartiere di Haight-Ashbury era popolato da gente stramba e colorata. Si respirava un’aria di libertà nella quale ciascuno poteva esprimere se stesso senza vincoli o restrizioni. In questo contesto, molte anime smarrite trovarono la propria identità e Laurel fu una di queste.

In quest’atmosfera inizia a farsi largo la creatività ed espressività di Laurel. Comincia a confezionare per se stessa piccola gioielleria realizzata con vecchie monete, ossi e perline che assemblava ricavandone orecchini e collane. Il suo spirito cominciava ad emergere nelle sue opere dandole un senso di realizzazione e, presto, altre persone cominciarono a chiederle dove avesse preso questi gioielli che diventarono oggetto di doni ed amicizie. In realtà questo apprezzamento significò molto per Laurel che cominciò a sentirsi valorizzata per le sue creazioni e per se stessa e le fornì quell’autostima che non aveva mai avuto precedentemente.

L’osteoporosi la metteva sempre a dura prova con frequenti fratture, ciononostante, all’età di 23 anni Laurel diede vita ad un secondo figlio. La sua passione e perseveranza finalmente prevalsero ed entro il 1970 riuscì a far fiorire una piccola attività. Coinvolgendo amici, vicini di casi e persone trovate per strada, Laurel creava pezzi di gioielleria originali ed insegnava al suo team come riprodurli. Andava poi a vendere i suoi gioielli ai negozianti su e giù per la California e rientrava solo quando li aveva venduti tutti. Nel 1972 fu invitata dalla Repubblica Popolare Cinese nella quale esplorò la possibilità di realizzare gioielleria con il sistema cloisonné. Quando vide il risultato ne fu entusiasta: l’idea che questi piccoli tesori del suo mondo immaginario potessero diventare oggetti così belli le aprirono le porte di possibilità immaginifiche, nelle quali poteva finalmente condividere ciò che si raffigurava nella sua mente con tante persone. Fu l’inizio dell’ascesa dell’artista. I suoi lavori iniziarono ad essere pubblicati su Vogue e Bazaar. Presto le attività cominciarono a ramificarsi nei settori della pelletteria, ceramiche e abbigliamento. Sempre con l’intento di mantenere originalità nelle sue opere e di poterle tradurre in creazioni di prodotto, Laurel iniziò a fare viaggi a Bali, dove lavorò con intagliatori di legno realizzando maschere e statue con suoi disegni originali.

Entro la metà del 1980 la ex figlia dei fiori era a capo di un’attività multimilionaria. Forbes le dedicò un profilo. Tutti i grandi magazzini Macy’s in America avevano una sezione dedicata interamente a Laurel Burch. La Camera di Commercio di San Francisco la nominò “Imprenditore dell’Anno”

Laurel Burch fu sempre molto prolifica. Anche durante i suoi lunghi periodi di convalescenza, quando era costretta a dipingere a letto o sulla sedia a rotelle, raramente metteva a riposo i suoi pennelli.

L’archivio di opere di Laurel Burch è ricco di migliaia di immagini. Chronicle Books ha pubblicato un libro strenna solo delle sue opere con i gatti. La grande varietà dei suoi lavori è una grande attrazione per i suoi collezionisti.

Laurel mise la sua esperienza di vita e di malattia a disposizione di associazioni benefiche partecipando attivamente con le sue opere e la sua testimonianza. Il suo impegno nel sociale la portò a ricevere numerose onorificenze incluso l’ Eleanor Roosevelt Award dalle Nazioni Unite.

“I miei quadri sono il ritratto più intimo di quanto è per me più prezioso e la mia gioia più grande è di poterli offrire in forme che valorizzino e ravvivino i giorni dei miei collezionisti e di tutti gli spiriti affini nel mondo” Laurel Burch 1945-2007

L’universo di Laurel Burch continua a portare gioia a milioni di persone nel mondo, creando la percezione che, non importa dove siamo e quando, quali siano le nostre diverse esperienze, apparteniamo tutti alla stessa tribù. 

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